Come è noto, agli inizi degli anni ’50 la nobildonna Laura De Giovanni, duchessa di Carosino, donò alla Congregazione salesiana la sua villa con parco di Vietri affinché vi organizzassero un centro educativo della gioventù vietrese. La villa e il parco, pur essendo un complesso invidiabile, così come si presentavano non potevano corrispondere alle esigenze di una struttura oratoriana. Per questo fu necessario intervenire per realizzare il campo da gioco, i viali, la chiesa, il teatro.
La comunità salesiana ha cercato di creare un ambiente per una sana crescita dei ragazzi e delle ragazze con una formazione umana e cristiana, rispondendo allo slogan di don Bosco “onesti cittadini e buoni cristiani”. Si può senz’altro ritenere che buona parte del clima di impegno nel sociale e nella politica che caratterizza l’ambiente vietrese è dovuta all’azione dei salesiani e dei collaboratori.
La rassegna, che vuole mettere in evidenza i momenti più significativi della storia dell’oratorio è composta da una serie di poster contenenti riproduzioni fotografiche e documentarie sui vari segmenti della vita oratoriana, preceduti da una sintetica visione della Congregazione e della famiglia salesiana. L’itinerario parte dalle tappe che hanno scandito la realizzazione dell’opera: campo, viali, chiesa; continua con la tabella dei religiosi e laici impegnati durante la vita dell’istituzione, ed approfondisce gli aspetti del vissuto oratoriano. Nell’ordine: anno mariano ed exallievi; associazionismo e gruppi; formazione, pastorale e cultura; celebrazioni e festività; animazione e ricreazione; sport, ed infine eventi e manifestazioni.
La mostra si è potuta organizzare grazie al materiale messo a disposizione dagli exallievi, dai responsabili e giovani dell’oratorio, a cui va il ringraziamento dell’Unione; ed è stata progettata e realizzata dall’amico Pietro Filoselli, che si è avvalso nella selezione dei “pezzi” della collaborazione di Aniello Tesauro.
Si ringrazia l’Amministrazione comunale per il sostegno ed il patrocinio, che testimonia dell’attenzione dell’istituzione nei confronti di un’opera che ha teso alla formazione cristiana della gioventù ed offerto spazi per la sua crescita culturale e sociale.
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