Un’aula musicale intitolata alla salernitana Paola Galdi, pianista nonché docente e direttore di coro di voci bianche scomparsa prematuramente lo scorso anno, ed un pianoforte: sono questi i doni che collegano con un ponte solidale Salerno all’orfanotrofio di Zhodino in Bielorussia. Un progetto voluto dall’Associazione “Salerno Accoglie” con l’organizzazione dei Concerti d’estate di Villa Guariglia e patrocinato dalla Provincia di Salerno e dal Comune di Vietri sul Mare. L’acquisto del pianoforte è stato possibile grazie ai fondi raccolti durante un concerto della passata edizione del festival di musica organizzato da Tonia Willburger. Con la disponibilità del gruppo musicale “I Musicastoria” si è pensato di realizzare un concerto anteprima della prossima edizione dei Concerti, la quindicesima. Tra il pubblico ci saranno 400 bambini, tutti provenienti da orfanotrofi. Il concerto si terrà domenica 27 maggio alle ore 11 presso il Teatro Comunale della città. Durante la manifestazione saranno consegnati alle autorità governative bielorusse, al dirigente nazionale Minori bielorussi, al responsabile nazionale Accoglienza Minori Bielorussi, al presidente della Regione di Minsk, al sindaco di Zhodino, ed ambasciatore italiano in Bielorussia, pezzi d’arte del nostro territorio, piatti in ceramica con il logo dell’associazione. Nella giornata di sabato ci sarà la consegna del pianoforte all’orfanatrofio di Zhodino, che sarà posizionato nella “sala della musica” dedicata a Paola Galdi, con la posa di una targa. La delegazione italiana formata da quindici persone, sarà guidata da Antonia Willburger e dai responsabili dell’associazione “Salerno Accoglie” Gennaro Apostolico ed Enzo Galdi.
L’Associazione “Salerno Accoglie” è nata per aiutare e sostenere l’infanzia in difficoltà per qualunque causa, nello spirito di carità cristiana. In particolare “Salerno Accoglie” si occupa di progetti di ospitalità dei bambini Bielorussi, in particolare orfani od abbandonati che risiedono in orfanotrofi, internati o case famiglia. Com’è noto Il 26 aprile 1986 avveniva il gravissimo incidente nucleare alla centrale atomica di Chernobyl: la radioattività rilasciata all'esterno ha colpito in particolare la Bielorussia, l'Ucraina e la Russia, e masse d'aria radioattive hanno girovagato per tutta l'Europa. A distanza di tanti anni le popolazioni locali pagano ancora oggi le conseguenze dell'incidente. Le patologie dovute al contatto con l'ambiente radioattivo o all'ingerimento di cibi contaminati vanno, dai tumori, alle leucemie, alle malattie ematiche. A causa della velocità dell'accrescimento cellulare e dell'abbassamento delle difese immunitarie, i bambini sono i soggetti più colpiti dagli effetti delle radiazioni. La contaminazione avviene soprattutto attraverso gli alimenti prodotti nelle aree radioattive e consumati dalla popolazione locale. Ospitare per almeno un mese o meglio ancora due mesi i bambini provenienti dalle zone contaminate significa dare loro l'opportunità di ridurre notevolmente la quantità di radioattività assorbita nell'organismo, grazie alla permanenza in un ambiente non contaminato e ad una alimentazione priva di radionuclidi. I dati scientifici a disposizione dimostrano che dopo un soggiorno di almeno 30 giorni in Italia (periodo minimo utile), i bambini perdono dal 30% al 50% del cesio-137 assorbito. I bambini sono ospitati, mediamente 30, da famiglie Salernitane per un periodo di due mesi in estate, ed un mese in inverno. Le famiglie sostengono le spese di trasferimento aereo, supportati dalla scrivente che provvede alla ospitalità delle accompagnatrici, alle spese di trasferimento in bus dall’aeroporto ed alle spese organizzative sostenute dall’Associazione referente in Bielorussia. Inoltre, il periodo dell’ospitalità viene preceduto da momenti formativi curati dalla scrivente che si avvale della consulenza di esperti in materia.
La stessa Associazione, nel periodo estivo, organizza una colonia ospitando direttamente, presso la sede, i bambini e le accompagnatrici, provvedendo a tutte le spese del caso, dai viaggi al vitto ed alloggio, e a momenti ludici. L’Associazione sta portando avanti un progetto denominato “adotta un istituto”, che si prefigge di aiutare economicamente gli istituti Bielorussi, in maniera diretta e mirata. Un’esperienza assolutamente proficua che si è realizzata nella prima annualità attraverso la presenza fisica negli Istituti da parte di alcuni responsabili dell’Associazione.
Nessun commento:
Posta un commento