Bagno di folla per Maurizio de Giovanni, scrittore italiano di romanzi gialli, ospite a “La congrega Letteraria” di Vietri Sul Mare, dove ha presentato il suo ultimo libro “Vuoto” pubblicato il 27 novembre 2018.
“Una professoressa di Lettere di un istituto tecnico scompare nel
nulla. E se non fosse per una collega, nessuno se ne preoccuperebbe. Il marito,
un ricco industriale, sostiene che la donna se ne sia andata di propria
volontà, e non esistono prove del contrario. Approfittando di un momento di
tregua nel lavoro, gli uomini di Palma, cui si è aggiunto un elemento per
coprire l'assenza forzata di Pisanelli, decidono di cominciare un'indagine in
modo informale. Scopriranno che anche le vite piú piene possono nascondere un
vuoto incolmabile. Un vuoto che ha innumerevoli colori: uno per ogni paura, uno
per ogni orrore”.
Un libro che racconta come un’assenza conta più di una presenza.
“Vuoto è il romanzo più duro che abbia mai scritto – afferma De Giovanni -
eppure non c’è sangue, non c’è una coltellata, neanche un colpo di pistola… c’è
solo una scomparsa”. Non a caso la copertina, che lo scrittore stesso definisce
inquietante e poco piacevole, ritrae il vuoto: una luce fredda che investe una
stanza vuota e una lavagna in disuso. “Per me la copertina deve essere un
ingresso nella storia… i Bastardi hanno titoli di una sola parola, Vuoto, Buio,
Gelo… in copertina devono essere ritratti oggetti comuni che danno il senso
della narrazione: ad esempio Gelo, in copertina c’è un telefono della vittima
della storia, con un display rotto…”.
Un altro tema proposto più volte dallo scrittore è la diversità:
“…non pensavo che un film con un frate serial killer, scene di omosessualità,
rabbia nei confronti di una donna e altri temi che mostrano la diversità
venissero proposti in prima serata… un film è fatto per raccontare storie e non
credo che la fiction abbia sempre il ruolo di educare…. Quando costruisco
queste storie non sono preciso, anzi, comincio da pagina 1 e arrivo alla fine
senza rileggere, correggere…
creo una situazione di partenza
che si svolge attorno alla vittima, un po’ come un’espressione algebrica. Lo
scrittore è testimone dei racconti…
Da napoletano omaggia la sua terra parlandone così: “ Ho scritto 8
romanzi di Pizzofalcone, ma non ho mai nominato Napoli, eppure non ci sono
dubbi, ciò significa che questa è una città eternamente conosciuta, una città
che racconta se stessa, sarebbe brutto nominarla perché
significherebbe darle una individualità inutile, Napoli è un
mondo, ha periodi di Medioevo ma poi sa riscattarsi, ha il bello e il brutto,
ha tutto. Credo che certe cose non vanno nominate, questa anche se la
sottintende, tutti la capiscono!”.
De Giovanni ha concluso il suo incontro spargendo suspance tra i
presenti per la nuova stagione della fiction televisiva I Bastardi di Pizzo
Falcone e altri libri che pubblicherà l’anno venturo.
Chiara Gaeta
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