“La
percezione, la forma mentis e finanche la modalità di studio dello storico
occidentale sono un corretto approccio onde esaminare una realtà la quale, pure
avendo sommamente interagito con l’Europa, fu irriducibilmente altra rispetto
alla civiltà occidentale?” - Così si è eloquentemente domandato Giuseppe Foscari, professore di Storia
presso il Dipartimento di Scienze Politiche, Sociali e della Comunicazione
dell’Università degli Studi di Salerno, a principio della sua lectio
magistralis sull’Impero Ottomano tenutasi venerdì 3 Novembre 2017 come terzo
appuntamento degli Incontri di Cultura
de La Congrega Letteraria, rassegna
culturale, alla sua quarta edizione, ideata e organizzata presso il suggestivo
oratorio dell’Arciconfraternita della SS. Annunziata e del SS. Rosario di
Vietri Sul Mare dai direttori artistici, prof. Antonio Gazia e Alfonso
Mauro, con la collaborazione del segretario organizzativo Francesco Citarella e il sostegno,
oltre a tanti partner, amici ed estimatori, dell’Amministrazione Comunale, in
particolare dell’Assessore alla Cultura, Giovanni
De Simone.
“Quantunque fior fiore di ricerche storiche abbiano l’amena impronta di nascere
per caso, secondo una sorta di non ignota piacevolezza della scoperta, della
curiosità, la lezione di questa sera è frutto di un mio intervento in
Inghilterra”, ha altresì ricordato Foscari, riferendosi al suo contributo
presso il convegno “Europe
and the East: Self and Other in the History of the European Idea”,
tenutosi a Norwich, Regno Unito, nel Giugno 2017; fonti alla mano, le quali
sole “possono ricondurre alla realtà e fornire puntualissime chiavi di lettura
squisitamente tecniche della verità storica” (arma contro il pressappochismo
revisionista e la smemoratezza storica italiana), il professore ha là discusso
il tema “Venice and the Ottoman
Empire at the End of the Eighteenth Century: Business and Social Behaviours”, anche e soprattutto
ricostruendo, attraverso i dispacci e le lettere d’epoca, una interessante
vicenda pertinente le non necessariamente facili relazioni commerciali tra la
“Serenissima” Repubblica di Venezia e l’Impero Ottomano “Sublime Porta”.
La rilettura critica, scevra dall’imposizione di categorie occidentali(zzanti)
e spogliandosi della “retorica dello studio occidentale”, è stringentemente
necessaria al fine di sfrondare dai consueti malintesi la percezione e
l’interpretazione che possediamo ed esprimiamo sia della realtà politica che ha
principalmente veicolato l’Islam per secoli addietro, sia di cosa sia oggi
l’Islam in sé e cosa costituisca per uno stato, la Turchia, che bussa alle
porte d’Europa avendo la sua profonda tradizione laica (forse ormai in
pericolo) a giustificazione della sua inclusione nell’Unione.
Certo laicità e multietnicità
(“caratteri originari” dell’Impero e scaturigine della “anomalia turca” nel
mondo islamico) sono state tra i punti
di forza e di modernità ante litteram: la prima frutto di una
sovrapposizione legislativa che mai ha reso l’Islam né “paradigma sia politico
che religioso” né fondamento di una teocrazia o di una religione di stato, la
seconda spinta inclusiva degnamente alternativa all’illuministica tolleranza
occidentale e motivo di accettazione della diversità su d’un vastissimo
territorio - dal Marocco all’Iraq e dal Sudan all’Ungheria e alla Crimea; ma la
Sublime Porta non ha poi più quanto l’Occidente investito in tecnologia, nel
contrasto al personalismo di matrice feudale, e nella formazione di una
borghesia manifatturiera volano di una dinamica preindustriale; ed è qui che la
troviamo sconfitta più volte in battaglia, scossa dalle difficoltà riscontrate
nel documento esaminato dal professore (i summenzionati dispacci del 1795 di
Ferigo Foscari), smembrata dalle spinte nazionaliste disgreganti, e immessa
sulla strada dell’isolamento, della decadenza, delle perdite territoriali
ottocentesche, e del disastroso allineamento con gli Imperi Centrali nel primo conflitto
mondiale - ma anche, quantunque successivamente alla sua dissoluzione politica,
del tuttora in Turchia negato sterminio degli armeni.
La serata, favorevolmente animata da cospicua
presenza di pubblico interessato e latore di numerose domande per il
professore, si è purtroppo svolta orfana della sapiente presentazione del
giornalista Aniello Palumbo, colpito
da lutto familiare per il quale l’intera Congrega Letteraria e la comunità
vietrese, sempre favorita nelle sue puntuali colonne, gli si stringono intorno;
e indegnamente prestati a coordinatori della serata, i direttori artistici
prof. Antonio Gazia e Alfonso Mauro hanno però colto l’occasione di lietamente salutare
il quarto intervento del prof. Foscari agli Incontri di Cultura, annoverandolo anzi tra i migliori amici de
La Congrega Letteraria, e, a mo’ di pegno di amistà consegnato da Mauro e
dalla prof.ssa Nunzia Maisto,
omaggiandolo di ceramica vietrese ad opera della talentuosa Daniela Scalese e di birra vietrese
prodotta dalla “Amalfi Coast Beer”.
Accommiatandosi dalla calorosissima platea, il professor Foscari ha annunciato
di aver già pronte delle idee per la lezione agli Incontri di Cultura 2018.
Alfonso Mauro
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